venerdì 27 settembre 2013

Acquistare casa senza mutuo? È possibile con la vendita con riserva di proprietà

Acquistare casa senza mutuo? È possibile con la vendita con riserva di proprietà

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Si chiama vendita con riserva di proprietà, è un modo per acquistare casa senza bisogno di accendere un mutuo.

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Vendita con riserva di proprietà: come funziona?Vendita con riserva di proprietà: come acquistare casa senza accendere un mutuo
Acquistare casa senza chiedere unmutuo in banca? E' possibile. La vendita con riserva di proprietà è un tipo di contratto che permette di prendere subito possesso della casa, mentre la proprietà resta al venditore finché i pagamenti non sono terminati. Se l'acquirente non onora il contratto il venditore dovrà restituire i soldi ricevuti trattenendo l'equivalente dell'affitto non percepito e anche un indennizzo.
Sicuramente questa potrebbe essere la soluzione ideale per chi ha bisogno di una casa ma non ha la liquidità necessaria per poterla acquistare. La vendita con riserva di proprietà è un normale contratto di compravendita immobiliare a cui, però, è stata aggiunta una clausola, detta appunto riserva di proprietà.
La vendita con riserva di proprietà è una delle formule cosiddette alternative che consentono di rimandare gli effetti finali della vendita e allo stesso tempo danno la possibilità all'acquirente di avere subito la disponibilità dell'abitazione.
Rispetto ad altri accordi come ad esempio la locazione con opzione di futuro acquisto e la locazione con preliminare di futura vendita, la vendita con riserva di proprietà, chiamato anche patto di riservato dominio, è l'unica ad essere disciplinata dal codice civile.
In questa ipotesi la proprietà dell'immobile non viene trasferita all'atto della stipula del contratto, bensì in un secondo momento, ossia quando l'acquirente avrà versato tutte le rate.
Nel frattempo, però, l'acquirente può entrare da subito in possesso dell'immobile all'atto delrogito notarile, ma è il venditore che figura ancora come proprietario finché non è stato pagata interamente la somma stabilità. Soltanto quando viene pagata l'ultima rata, la proprietà viene trasferita dal venditore all'acquirente; prima di quel momento, l'acquirente pur vivendo nell'abitazione non ne è formalmente proprietario.
I vantaggi di questo tipo di accordo sono molti, ad esempio l'acquirente non è soggetto al cambio di idea del venditore e non deve temere eventuali ipoteche giudiziali a carico del venditore, visto che la vendita viene trascritta nei registri immobiliari e le eventuali ipoteche sui beni del venditore non hanno valore nei confronti del futuro proprietario. Il venditore dal canto suo è tranquillo che, se l'acquirente non pagherà il prezzo concordato, visto che la proprietà del bene non è stata ancora trasferita non rimarrà vincolato alla vendita.
Infatti, se l'acquirente non provvede a pagare, il venditore può far dichiarare al giudice la risoluzione del contratto; inoltre la liberazione dell'immobile non è soggetta alle sospensioni e ai rischi degli sfratti. Il venditore dovrà restituire le rate riscosse, salvo il diritto a un equo compenso per l'uso del bene, oltre al risarcimento del danno.
La vendita con riserva di proprietà serve quando l'acquirente vuole subito entrare in possesso dell'abitazione, ma non ha la possibilità di corrispondere l'intero prezzo al momento del rogito, neanche chiedendo un mutuo, e quando il venditore vuol concludere un affare, con le dovute garanzie, e incassare nel tempo un prezzo maggiore, che comprende anche gli interessi. Una volta terminati i pagamenti, non bisogna fare un nuovo atto di compravendita, l'acquirente deve solo rispettare le rate così come se pagasse un mutuo.
Dal punto di vista fiscale la vendita con riserva di proprietà ha un punto debole perché, visto che si tratta di contratto di compravendita a tutti gli effetti, le tasse devono essere pagate subito. Inoltre a carico dell'acquirente sono l'imposta sull'immobiletasse sui rifiuti, spese ordinarie e straordinarie manutentive e di ristrutturazione. 
In sintesi quando all'interno di un contratto di compravendita di un immobile, ci si trova di fronte alla vendita con riserva di proprietà il venditore resta proprietario del bene finché l'acquirente non avrà pagato l'ultima rata, ma nel frattempo l'acquirente può abitare nell'abitazione. 
Fonte : SuperMoney

Mutui troppo cari in Italia, ecco come l'UE può intervenire

Mutui troppo cari in Italia, ecco come l'UE può intervenire

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In Italia ci sono i mutui più cari d'Europa: in arrivo una proposta di legge dell'UE per avere nuove regole bancarie.

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Mutui, come abbassare i tassi d'interesseMutui: nuove regole UE per tutelare le famiglie
Nel nostro paese purtroppo i mutui sono più cari rispetto al resto degli altri paesi europei, basti pensare che in media si pagano 84 euro in più su ogni rata mensile, che ammontano a ben 30.240 euro in più di interessi all'anno, rispetto agli altri cittadini europei, per un mutuo di 100mila euro.
A rivelare l'amara sorpresa per i cittadini è stata un'indagine condotta dall’Adusbef e daFederconsumatori dedicata ai prestiti e ai mutui in Italia. Se in Italia i mutui sono cosi costosi la colpa è da imputare principalmente allo spread bancario.
Stando a quanto emerge dall'analisi condotta da Adusbef e Federconsumatori, le banche starebbero approfittando del basso livello di Euribor per i tassi variabili ed Eurirs per i tassi fissi, per aumentare lo spread sui mutui facendolo salire fino al +150% rispetto agli anni precedenti.
Questo ovviamente fa guadagnare di più le banche, ma secondo le due associazioni a tutela dei consumatori sarebbe una delle principali cause della crisi economica che negli ultimi mesi sta mettendo in ginocchio l'economia del nostro Paese.
La soluzione per cercare di arginare il problema è che arrivi un intervento forte e deciso da parte delle istituzioni monetarie, ad esempio bisognerebbe che quest'ultime impongano alle banche di riportare i tassi di interesse allo stesso livello della media europea. 
Il Parlamento Europeo comunque è già al lavoro per cercare di trovare soluzioni adeguate alla spinosa questione dei mutui e delle regole bancarie, l'idea dell'UE è quella di proporre nuove norme che riescano a dare maggiori garanzie, maggiore tutela, maggiore trasparenza ai cittadini che intendono comprare casa con un mutuo.
Tra le misure a cui sta lavorando il Parlamento Europeo per tutelare di chi stipula un mutuo, la più importante è sicuramente quella che riguarda il sequestro dell’abitazione sottoposta a ipoteca, che dovrà essere venduta senza svalutazioni e le commissioni di mora dovranno corrispondere ai costi effettivi. Inoltre per coloro che subiscono lo sfratto dovrà essere garantito il diritto ad avere una soluzione abitativa alternativa prima che lo sfratto diventi esecutivo.
Le banche inoltre saranno obbligate a consegnare al cliente che stipula un mutuo per un immobile o un terreno un modulo standard, un contratto in cui le clausole, come la spesa complessiva dell'offerta e gli eventuali rischi, vengano illustrati con estrema chiarezza e trasparenza. Il richiedente poi avrà sette giorni di tempo per valutare attentamente la proposta.
Inoltre se il mutuatario decide di estinguere il proprio mutuo in anticipo non dovrà temere di dover pagare alcuna imposta.
Fonte : SuperMoney

Confermati i dati positivi del mercato immobiliare

Confermati i dati positivi del mercato immobiliare

Vi avevamo parlato pochi giorni fa dei dati emersi dal focus sul mercato immobiliare in Italia che segnavano una leggera ripresa del settore. Ora a confermarlo è l’Agenzia delle Entrate nel suo Osservatorio Trimestrale OMI.
I segnali indicano un miglioramento del mercato rispetto al primo trimestre 2013, anche se il trend rimane sempre e comunque negativo. I mesi osservati sono stati quelli tra Aprile e Giugno e, rispetto al 2012, il mercato delle compravendite è in calo del 7,7%, in salita del 6% però rispetto al primo trimestre di quest’anno.
La città che non è quasi per niente intaccata da questo andamento è Milano, mentre sembra essere decisamentecrollato il mercato di Genova che registra un -15,7%. Per il resto i grandi centri sono quelli che soffrono meno, soprattutto Bologna e Napoli che segnano addirittura un miglioramento rispettivamente del 5% e del 1,8%, in quest’ultimo caso forse anche a causa della dismissione degli immobili pubblici del Comune napoletano.
L’Italia rimane fondamentalmente spaccata in due anche in questo caso: il Nord registra il calo minore con un -7,6%, mentre Centro e Sud vivono un calo del 10,6% e del 10,7%. Dopo Genova soffrono molto anche Firenze con una contrazione delle compravendite dell’11,3%, ma che rimane anche una delle città più care a livello di prezzo per metro quadro e Palermo con un -9,4%, nonostante sia risultata la città con i costi più contenuti. Il capoluogo toscano e la Capitale rimangono le città dove comprare casa costa mediamente di più, con prezzi che superano i 3.000€ al metro quadro.
Secondo l’Agenzia delle Entrate i soldi investiti in Italia per la compravendita di immobili nel primo semestre di quest’anno, al netto delle tassazioni, sono stati circa 34 miliardi di euro. Il costo medio nazionale di una casa è stato di 164.000€, dato che è in calo dell’1,4% rispetto allo stesso periodo del 2012.
Fonte : Immobiliare.it

Più difficile abbattere le barriere architettoniche

Più difficile abbattere le barriere architettoniche

La Riforma del Condominio ha innalzato il quorum, ma la Cassazione si pronuncia in senso opposto

di BTicino - Buildingblog
 

27/09/2013 - La nuova “Riforma condominiale”, ovvero la Legge 220/2012 in vigore dal 18 giugno, ha modificato sensibilmente il quorum necessario per l'abbattimento delle barriere architettoniche negli spazi comuni di un condominio.
Più difficile abbattere le barriere architettoniche
In precedenza, infatti, l’art. 2, comma 1, della Legge 13/89 “Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati”, prevedeva che, in seconda convocazione, fosse sufficiente l'approvazione di un numero di voti rappresentanti di un terzo dei condomini e almeno un terzo del valore dell’edificio.

Con le recenti modifiche, invece, è ora necessaria la maggioranza degli intervenuti e almeno la metà del valore dell’edificio (secondo comma dell’art. 1120 c.c.). Una modifica che potrebbe limitare la possibilità di introdurre soluzioni adeguate alle esigenze delle persone anziane o diversamente abili.

In questo ambito è però interessante notare come la Cassazione abbia idee decisamente diverse rispetto alla presa di posizione del legislatore. Con la sentenza n. 2156, del 14.2.2012, la Corte di Cassazione si è infatti pronunciata sulla vertenza nella quale un condominio aveva agito per contrastare i lavori di realizzazione di un ascensore nel vano scala dell’edificio.

Un'azione dettata, secondo i legali rappresentanti del condominio stesso, dal fatto che i lavori avrebbero pregiudicato la fruibilità comune e la statica. I giudici della Cassazione hanno infatti ritenuto prioritarie le esigenze dei condòmini disabili abitanti ad un piano alto, praticamente impossibilitati a raggiungere l’abitazione a piedi.

Al contrario, per gli altri inquilini il pregiudizio derivante dall’installazione dell’ascensore si sarebbe risolto soltanto in un disagio e scomodità conseguente alla relativa restrizione della scala, a cui si aggiunge la difficoltà in caso di usi eccezionali della stessa. Da qui il riconoscimento, per le persone in condizioni di minorazione fisica, di installare a proprie spese l’ascensore, con conseguente modificazione alla cosa comune.
Fonte : Edilportale.com

giovedì 26 settembre 2013

Lo «Stressometro» di Confedilizia misura ansia, liti e socialità in condominio

Lo «Stressometro» di Confedilizia misura ansia, liti e socialità in condominio


di Emiliano Sgambato
Nel tuo condominio ci sono vicini che danno fastidio o sono troppo invadenti? Hai avuto con loro discussioni? Hai dato o ricevuto aiuto dagli altri condomini? Hai buoni rapporti con l'amministratore? I rediconti sono comprensibili? Normalmente partecipi alle assemblee? Sono alcune delle numerose domande che compongono lo "Stressometro" del condominio messo a punto da Confedilizia.




































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La Festa del condominio è stata istituita dalla Confedilizia nel 2004 con lo scopo di creare un momento di aggregazione, confronto e riflessione attorno all'entità condominiale, con cui circa 30 milioni di italiani hanno a che fare. Quest'anno la giornata - organizzata dalle Associazioni territoriali della Confedilizia in strade, piazze, giardini e cortili - è dedicata alla riforma del condominio, a tre mesi dalla sua entrata in vigore. L'evento centrale della giornata (articolata in modo diverso da città a città) sarà quindi quest'anno rappresentato dal momento in cui verrà data risposta ai quesiti sul condominio che tutti i partecipanti possono porre agli esperti della Confedilizia. L'iniziativa ha, infatti, la finalità di indagare quali siano le esperienze, i suggerimenti e i problemi giuridici, fiscali, tecnici e sociali che caratterizzano la vita condominiale dopo la riforma. Verranno anche distribuiti gratuitamente utili strumenti (come, per esempio, copie della legge di riforma del condominio), insieme a depliant con le modalità per l'iscrizione al Registro nazionale amministratori della Confedilizia (che permette, tra l'altro, di reperire amministratori di fiducia anche in altre città).In sostanza si tratta di un questionario che sarà distribuito in occasione della decima festa del condominio in programma sabato 28 settembre; chi vorrà potrà restituirlo compilato alla sede di Confedilizia più vicina. Molteplici gli obiettivi che l'associazione dei proprieatri si propone di raggiungere: capire se l'immagine corrente - spesso molto negativa - corrisponda al comune sentire di chi vive il condominio; rilevare se il condominio sia veramente una condizione di semi-coabitazione in cui è così difficile stabilire giusti rapporti interpersonali; individuare le principali cause di stress; capire i motivi della poca partecipazione alle assemblee; individuare le principali cause di contenzioso; capire se gli attriti più forti siano determinati da questioni economiche o di principio e se un servizio di conciliazione preventiva delle controversie condominiali possa contribuire a migliorarne il vivere ed a stemperarne le tensioni; esaminare le relazioni tra i vicini e tra i condòmini e l'amministratore. Lo Stressometro, secondo Confedilizia, non solo aiuta a raggiungere questi scopi, ma la sola sua lettura fornisce esempi di comportamenti scorretti da evitare.
Fonte : Case24Plus

Deutsche Bank: piano di tutela degli immobili in garanzia

Deutsche Bank: piano di tutela degli immobili in garanzia

giovedì 26 settembre 2013
La banca acquisterà abitazioni di pregio in seconda o terza asta per evitarne l'eccessivo deprezzamento





































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Deutsche Bank sta definendo un piano mirato a tutelare gli immobili in garanzia dal meccanismo talvota perverso delle aste giudiziarie. Attraverso la società Vesta Real Estate, come riporta un articolo di MF, il gruppo tedesco dovrebbe acquistare immobili residenziali di pregio alla seconda o alla terza asta, tutelandone così il valore ed evitando un eccessivo deprezzamento. Le strutture verranno poi cedute sul mercato consumer.
Il progetto, spiegano dai vertici di Deutsche Bank, non ha nulla a che vedere con il trading immobiliare, ma rappresenta una mossa tattica a tutela del portafoglio creditizio del gruppo. Per il momento non sarebbe ancora avvenuto alcun intervento concreto in asta, ma i primi acquisti potrebbero avvenire già nei prossimi mesi.

Immobiliare: si attenua il trend negativo

Immobiliare: si attenua il trend negativo

mercoledì 25 settembre 2013
Nel secondo trimestre 2013 il calo delle compravendite decelera al -7,7% annuo





































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Decelera il trend negativo del mercato immobiliare italiano nel secondo trimestre. Con una flessione degli scambi del 7,7% rispetto allo stesso periodo del 2012, il volume delle compravendite immobiliari si attesta a quota 242.817 e recupera più di sei punti percentuali rispetto alla contrazione del 13,8% registrata nei primi tre mesi di quest’anno. Sono alcuni dei dati contenuti nella Nota trimestrale Omi dell’Agenzia delle Entrate relativa al periodo aprile-giugno 2013, che disegna la mappa delle cessioni immobiliari nel nostro Paese.
Nel dettaglio, le vendite registrate nel settore residenziale si sono ridotte del 9,3%, cui fa seguito il mercato delle pertinenze con una perdita del 7,5%. Continua anche la contrazione delle vendite nei settori non residenziali: con una perdita del 10,6% è il terziario a soffrire maggiormente, seguito dal produttivo con il -6,5% e, infine, dal commerciale con il -2,7%. Sul territorio nazionale è il Nord a mostrare la perdita più contenuta (-7,9%), mentre alSud e al Centro il calo si mantiene superiore al 10%, con tassi rispettivamente del -10,7% e del -10,6%.
“E’ un momento difficile, lo sappiamo tutti, ma c’è qualche indicatoreanticipatore di un pizzico di ripresa,” ha affermato il vicedirettore dell’Agenzia delle Entrate, Gabriella Alemanno, nella conferenza stampa di presentazione del rapporto. Alemanno ha evidenziato che il tasso di compravendite “resta negativo, ma con un calo rallentato. Ci auguriamo possa essere un segnale di ripresa non solo per questo settore, ma per l’intera economia italiana”.