Affitti, sempre più in voga la cedolare secca
Tempi duri per chi vuole trarre reddito dai propri immobili: chi sceglie di puntare al mercato della locazione sa già che i ricavi non sono più quelli di una volta, tra Imu e spese varie. Ciò nonostante, i contratti di locazione aumentano ogni giorno di più, anche grazie alla cosiddetta cedolare secca. Vediamo insieme di cosa si tratta.
Se calano i mutui crescono gli affitti
In risposta ad un’interrogazione parlamentare, la Confederazione che raccoglie le associazioni territoriali dei proprietari di casa ha dichiarato che nel 2010 sono stati registrati 1.252.398 contratti di locazione di tipo abitativo; nell’anno successivo, in cui è stata introdotta la cedolare, il numero è salito di quasi centomila unità (1.346.793 contratti).
Nel 2012, poi, questo numero è salito ancora, portandosi a 1.445.296: stando ai primi mesi dell’anno in corso la tendenza sembra assolutamente in positivo. Quel che si sottolinea, tuttavia, è il progressivo incremento dell’importanza della cedolare secca sul totale dei contratti registrati: nell’anno passato un contratto su tre (il 32% del totale) era una locazione in cedolare.
Nessun flop per la cedolare
Visti i numeri, la tesi del flop della cedolare secca – di cui vi abbiamo parlato anche noi e che ha spinto diversi interlocutori a richiedere una riforma di questa tassazione – non sembra reggere: è chiaro che un minimo effetto correttivo nei confronti dell’evasione fiscale l’abbia avuto.
Per quanto riguarda, invece, gli introiti dal punto di vista fiscale è vero che questi sono inferiori a quelli preventivati, ma – sempre secondo Confedilizia – erano sbagliate le ipotesi inziali: cosa capitata anche alla cosiddetta Tobin Tax, che ha fruttato il 30% in meno di quanto preventivato.
La tesi del flop è stata sostenuta da più fronti: tra gli altri, anche il Sunia (il Sindacato Nazionale Unitario degli inquilini), secondo cui gli unici a trovare vantaggio dall’introduzione della cedolare secca sono stati icontribuenti con redditi superiori ai 300mila euro – che si sarebbero avvantaggiati di uno sconto di 4.700 euro rispetto alla tassazione Irpef. A redditi inferiori corrisponderebbero vantaggi via via decrescenti, per diventare negativi per i bassi redditi.
A chi conviene la cedolare secca
Fonte : Immobiliare.it
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