Pareti verdi, giardini pensili, involucri edilizi e lastrici solari green, quote comunali vincolate a investimenti botanici per la vivibilità cittadina con fondi tratti dal gettito derivante da permessi di costruire e sanzioni edilizie. E poi, tutela degli alberi monumentali, consorzi di cittadini affidatari di porzioni verdi, sponsorizzazione delle aiuole, sindaci tenuti a bilanci arborei di fine mandato.Ha un eco-profilo il pacchetto di "Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani" in vigore dal 16 febbraio, una delle ultime leggi approvate a fine legislatura (legge 10/2013). Il recepimento passa adesso al territorio. Punta a misure, in linea al protocollo di Kyoto, volte a favorire l'assorbimento delle polveri sottili e a ridurre l'effetto "isola di calore", promuovendo viali, giardini e cinture verdi intorno ai centri abitati.I paladini della sostenibilità plaudono. «Finalmente il verde, da arredo urbano, meramente estetico, diventa elemento strategico contro il climate change – ragiona da Arenzano (Genova) Marco Castagna, direttore del centro Muvita, fondazione creata dalla Provincia da anni impegnata nella formazione su temi ambientali –. Sono noti i positivi effetti di termoregolazione del verde. Dovrà essere percepito, da cittadini, progettisti, operatori immobiliari ed enti locali, come aggiunta di valore, non un onere supplementare. Purtroppo il passaggio normativo che lega lo sviluppo del verde alle sanzioni edilizie può avere ripercussioni psicologiche negative: il rischio è che sia vissuto come punitivo. Ma è un buon inizio, complessivamente. Lo scenario deve evolvere, e c'è molto lavoro da fare».
Perché i buoni propositi non restino sulla carta, rimane da vedere se verrà superato lo scoglio del finanziamento. La legge aggancia al verde un minimo «del 50% annuo delle maggiori entrate comunali in arrivo dai contributi per il rilascio dei permessi di costruire e dalle sanzioni previste dal Testo unico in materia edilizia (Dpr 380/2001)». È in costituzione presso il ministero dell'Ambiente uno specifico "Comitato per lo sviluppo del verde pubblico" che predisporrà un piano nazionale. In arrivo linee guida per la realizzazione di viali e aree verdi permanenti e per la riqualificazione verde degli edifici, in particolare pubblici e scolastici, anche con pareti verticali e rinverdimento dei lastrici solari.
Il testo, poi, rafforza precedenti obblighi, come quello per i Comuni di piantare un albero per ogni bebè, anche adottato. Esisteva già (legge 113/92), con scarsa fortuna. Interessa ora solo i centri sopra i 15mila abitanti. Il tempo per la messa a dimora obbligatoria passa da 12 a 6 mesi. Toccherà alle anagrafi municipali trasmettere ai "titolari" informazioni circa tipo di albero e luogo di piantumazione. Entro un anno dal vigore, ogni Comune dovrà affrontare un censimento delle piante radicate nelle aree urbane di proprietà pubblica. E i sindaci, a due mesi dalla propria scadenza, dovranno riferire sul bilancio arboreo, raccontare cioè del numero di alberi pre e post mandato, dando conto dello stato di consistenza e manutenzione delle aree verdi.
Debutta in norma la tutela degli alberi monumentali, fin qui protetti da uno sciame di leggi regionali differenti. Il ministero dell'Ambiente dovrà elaborare i criteri per il loro censimento. Alle Regioni spetterà recepire entro un anno, quindi entro il 15 febbraio 2014. Multe fra i 5 e i 100mila euro per l'ingiustificato abbattimento dei "patriarchi vegetali", il quale ha valenza penale. Il capitolo alberi monumentali è l'unico già dotato di un suo espresso budget: 2 milioni per il 2013, uno per il 2014.
Aree verdi e immobili di origine rurale riservati ad attività collettive culturali e sociali, infine, potranno essere "adottati" dai privati, con prelazione per i residenti. Saranno affidati senza bando, ma con procedure di evidenza pubblica, a cittadini consorziati. Regioni e Comuni potranno destinare incentivi per i cittadini costituiti in consorzi, anche mediante riduzione dei tributi propri. È confermata, per il 21 novembre di ogni anno, la giornata nazionale degli alberi.
Il testo, poi, rafforza precedenti obblighi, come quello per i Comuni di piantare un albero per ogni bebè, anche adottato. Esisteva già (legge 113/92), con scarsa fortuna. Interessa ora solo i centri sopra i 15mila abitanti. Il tempo per la messa a dimora obbligatoria passa da 12 a 6 mesi. Toccherà alle anagrafi municipali trasmettere ai "titolari" informazioni circa tipo di albero e luogo di piantumazione. Entro un anno dal vigore, ogni Comune dovrà affrontare un censimento delle piante radicate nelle aree urbane di proprietà pubblica. E i sindaci, a due mesi dalla propria scadenza, dovranno riferire sul bilancio arboreo, raccontare cioè del numero di alberi pre e post mandato, dando conto dello stato di consistenza e manutenzione delle aree verdi.
Debutta in norma la tutela degli alberi monumentali, fin qui protetti da uno sciame di leggi regionali differenti. Il ministero dell'Ambiente dovrà elaborare i criteri per il loro censimento. Alle Regioni spetterà recepire entro un anno, quindi entro il 15 febbraio 2014. Multe fra i 5 e i 100mila euro per l'ingiustificato abbattimento dei "patriarchi vegetali", il quale ha valenza penale. Il capitolo alberi monumentali è l'unico già dotato di un suo espresso budget: 2 milioni per il 2013, uno per il 2014.
Aree verdi e immobili di origine rurale riservati ad attività collettive culturali e sociali, infine, potranno essere "adottati" dai privati, con prelazione per i residenti. Saranno affidati senza bando, ma con procedure di evidenza pubblica, a cittadini consorziati. Regioni e Comuni potranno destinare incentivi per i cittadini costituiti in consorzi, anche mediante riduzione dei tributi propri. È confermata, per il 21 novembre di ogni anno, la giornata nazionale degli alberi.
Fonte : Casa24plus
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