Precari, ecco come si accede al mutuo
Bisogna avere meno di 35 anni. Si possono chiedere al massimo 200 mila euro.
Mentre molti risparmiatori lamentano parecchie difficoltà nell’accesso al credito, dei mutui ai precari e alle giovani coppie si sono infatti perse un po’ le tracce.
Le ultime stime sulla diffusione di questi prodotti risalgono all’aprile scorso e parlano di circa un centinaio di richieste di finanziamento (corrispondenti allo 0,5-1% degli aventi diritto) di cui soltanto 55 domande hanno avuto un esito positivo.
CIRCA 10MILA BENEFICIARI. Da allora, sono trascorsi più di 6 mesi ma è probabile che i dati non siano cambiati molto, visto che il fondo è attivo sin dal 2011 e non ha mai operato a ritmi sostenuti. Del resto, secondo i calcoli diffusi fin dall’inizio dal ministero della Gioventù (oggi accorpato dal dicastero per la Cooperazione guidato da Andrea Riccardi) anche i potenziali beneficiari delle agevolazioni sui mutui non sono poi moltissimi: si tratta al massimo di 10mila persone in tutta Italia.
COME FUNZIONA IL FONDO. Nello specifico, l’ex-ministro Meloni ha creato un fondo da 50milioni di euro che svolge oggi il ruolo di garante per i finanziamenti ipotecari destinati all’acquisto dell’abitazione principale e contratti dai giovani lavoratori precari. Se il mutuatario si troverà in difficoltà e non potrà rimborsare il proprio debito, il fondo ministeriale offrirà alla banca una garanzia supplementare, per una somma pari al 50% del capitale residuo e comunque non oltre un tetto massimo di 75mila euro.
REQUISITI STRINGENTI. Per accedere alle agevolazioni, occorre possedere particolari requisiti anagrafici e di reddito. La garanzia è infatti riservata soltanto alle coppie di coniugi, entrambi con età inferiore a 35 anni, oppure alle famiglie con un solo genitore (sempre under 35) e un figlio minorenne a carico. Inoltre, il reddito complessivo dei mutuatari (calcolato secondo i parametri Isee, che tengono conto dell’intera situazione patrimoniale e finanziaria della famiglia) non deve superare i 35mila euro all’anno e deve derivare per almeno il 50% da un contratto di lavoro a tempo determinato o autonomo. Infine, il potenziale beneficiario non può essere titolare di altri immobili destinati a uso abitativo, con l’eccezione di quelli ricevuti in eredità e concessi gratuitamente a genitori e fratelli.
IL TETTO DEI 200MILA EURO. Anche per l’importo del mutuo e per la tipologia dell’ immobile acquistato, sono stati fissati dei paletti ben precisi. La superficie della casa, per esempio, non può superare i 90 mq e l’abitazione non deve essere classificata al catasto nelle categorie A1, A8 e A9 (che includono gli immobili signorili e le ville). Inoltre, per l’ammontare del finanziamento è previsto un tetto massimo di 200mila euro.
CONDIZIONI AGEVOLATE. Anche se l’accesso al mutuo agevolato non è facilissimo, chi pensa di averne diritto può comunque tentare di ottenerlo, visto che i soldi stanziati dal governo per le garanzie sono ancora tanti e i tassi richiesti per il rimborso del debito sono davvero a buon mercato. In particolare, per i finanziamenti a tasso fisso, le banche devono applicare una quota massima i d’interessi passivi pari al tasso Irs, (oggi attorno al 2-2.5% all’anno) più un differenziale (spread) che varia tra l’1,2 e l’1,5% a seconda della durata del piano di rimborso. I finanziamenti a tasso variabile, invece, devono essere indicizzati all’Euribor (il saggio sui prestiti interbancari europei che oggi è tra lo 0,1 e lo 0,6%), più uno spread non superiore all’1,5%.
MANI LIBERE ALLE BANCHE. Peccato, però, che le banche italiane non siano molto propense a offrire queste condizioni vantaggiose alle giovani coppie e ai precari. A ben guardare, infatti, gli istituti di credito hanno soltanto la facoltà, ma non l’obbligo di offrire i prestiti agevolati per i precari, concedendoli soltanto ai debitori giudicati veramente affidabili. Sarà per questo, dunque, che i mutui ai precari non hanno spopolato, almeno sinora. E’ probabile, infatti, che molte banche si guardino bene dall’informare la clientela sull’esistenza di questi prodotti, che non sono molto convenienti per chi li vende. Eppure, i gruppi bancari che si sono impegnati a proporre i prestiti agevolati allo sportello (attraverso un’apposita convenzione stipulata a suo tempo con il ministero della Gioventù) sono in totale ben 28, tra cui figurano i 3 big del mercato Unicredit, IntesaSanpaolo e Monte dei Paschi di Siena.
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