venerdì 5 luglio 2013

Condannato il costruttore a risarcire i danni per causati da umidità e muffa all’interno dell’abitazione

Condannato il costruttore a risarcire i danni per causati da umidità e muffa all’interno dell’abitazione

05/07/2013
di Angelo Pesce 
(Sentenza del Tribunale di Monza del 7 maggio 2013)


 
La sentenza in questione denuncia la presenza di umidità e di muffa in più punti delle pareti dei locali di una unità abitativa, oltreché in corrispondenza dei plafoni a soffitto e dei cassonetti degli avvolgibili. La decisione ha stabilito che le cause della problematica in esame è da attribuirsi alla carente coibentazione delle strutture orizzontali e verticali dell’edificio e alla presenza di ponti termici in corrispondenza degli infissi. Ma andiamo con ordine, partendo innanzitutto dal problema umidità e condensa.
 
Umidità e condensa
 
La presenza di umidità nelle murature e negli ambienti è una delle cause principali di degrado e di insalubrità di un edificio: si manifesta attraverso macchie (vere e proprie alterazioni biologiche), muffe, distacco o esfoliazione degli intonaci e dei rivestimenti, degradazione di malte e mattoni con relativo sgretolamento da reazioni chimiche, efflorescenze. Tutti segnali che possono anche essere indicativi di fenomeni di più vasta portata, quali la stabilità stessa degli edifici, la putrefazione delle strutture lignee, la disgregazione delle fondazioni. 
 
Per un risanamento efficace e duraturo, è fondamentale determinare l’origine e intervenire sulle cause, non sempre facilmente individuabili. Nel caso in esame, in realtà, le cause sono state individuate e hanno portato alla richiesta di risarcimento del danno da parte del costruttore per difetti della costruzione.
 
Guaina impermeabilizzante sulla terrazza 
 
La presenza di muffe e macchie di umidità sui soffitti dei vari ambienti abitativi, è causata, come è stato accertato dai tecnici, da una cattiva posa in opera della guaina impermeabilizzante sulla terrazza dell’edificio, con la stessa che presenta un risvolto al di sopra del pavimento di copertura di appena 2 cm., troppo poco per evitare che l’acqua meteorica (in caso di forte intensità) possa penetrare al di sotto del pavimento stesso. Ma che cos’è la guaina impermeabilizzante.
 
Le membrane o guaine, come dir si voglia, vengono impiegate per rendere impermeabili le coperture piane e le murature fuori terra, così da evitare infiltrazioni di acqua sia alla sommità che a livello delle fondazioni. La loro capacità di resistere a lungo alle sollecitazioni meccaniche, alle variazioni di temperatura, alle intemperie e agli agenti di degrado, ne permette l’impiego in qualsiasi situazione ambientale.
 
Oltre ai sistemi a base bituminosa, il mercato presenta varie tipologie di membrane, realizzate con altri materiali sintetici e con mescole composite prive di bitume e con proprietà elastiche diverse a seconda della natura dei polimeri. La durata dell’impermeabilizzazione in solai di copertura, è strettamente legata alla qualità dei materiali impiegati che, oltre all’impenetrabilità dell’acqua, devono possedere e mantenere a lungo ottime doti di resistenza alle sollecitazioni meccaniche dovute all’esposizione, al punzonamento e alla lacerazione. Le guaine sintetiche presentano ottima resistenza a trazione e notevole allungamento a rottura. Anche la posa in opera delle membrane sintetiche è legata alla tipologia del materiale impiegato.
 
Sulle coperture piane, la posa più frequentemente impiegata è quella con sistemi a secco e strato di zavorra, composto da ghiaia arrotondata e lavata o da riquadri in calcestruzzo posati sullo strato di impermeabilizzazione: sulle superfici lisce e pulite vengono stesi a secco i teli, giuntati tra loro di testa e, lateralmente, con saldatura caldo o a solvente o con nastri adesivi; la posa è completata con una serie di strati accessori per la compensazione, la coibentazione, la separazione e l’antipunzonamento; la membrana viene mantenuta in posizione dallo strato di zavorra.
 
Per le tipologie di coperture piane particolarmente leggere, la posa viene realizzata con la tecnica del fissaggio meccanico.
 
Isolamento della facciata dell’edificio
 
Abbiamo detto che la presenza di umidità su più punti delle pareti dell’abitazione sono da ricercarsi in una carente coibentazione delle strutture orizzontali e verticali. Analizziamo un esempio di facciata ventilata, una delle possibili alternative all’isolamento a cappotto della parete esterna o alla controparete interna.
 
La facciata ventilata, integrata da una coibentazione termica “a cappotto”, costituisce la più sicura ed evidente soluzione tecnologica per la riduzione dei ponti termici, specialmente nel contesto della ristrutturazione e riqualificazione di vecchi edifici, ove maggiormente si riscontrano importanti formazioni di macchie di umidità e conseguenti muffe (il naturale fluire del calore dall’interno verso l’esterno favorisce la formazione di condense e muffe).
 
Ciò è causato dalla disomogeneità dell’isolamento, determinata dai cosiddetti “ponti termici”, cioè dagli interstizi dovuti alle diverse dilatazioni termiche dei vari materiali costruttivi in contatto fra loro. Una drastica riduzione di questi ponti termici può ottenersi esclusivamente con un’attenta ed integrale cappottatura dell’edificio, nel contesto di un rivestimento a “facciata ventilata”, la cui peculiarità tecnica è quella di costituire un paramento esterno, distanziato dalla struttura portante, in modo tale da consentire, oltre che una buona coibentazione esterna, la formazione di un’intercapedine idonea allo scorrimento di un flusso d’aria ad “effetto camino” (Fig. 1). Isolare e ventilare garantisce diversi benefici a livello gestionale e in termini tecnicamente prestazionali di un edificio. Il confort termico è superiore in costruzioni con pareti esterne di grosso spessore e ben isolate: le superfici interne dell’involucro sono più calde, nessuna irradiazione del freddo e nessuna corrente d’aria (queste caratteristiche sono efficaci anche durante i giorni caldi estivi: l’edificio è più protetto dalle alte temperature).
 
Combinare un involucro spesso e ben isolato con la ventilazione automatica comporta ottime condizioni di confort. In definitiva le pareti ventilate, quale sistema di rivestimento esterno più complesso del classico rivestimento a colla, permettono numerosi vantaggi energetici, funzionali ed estetici, oltre che rappresentare una fonte di investimento per il futuro della propria abitazione. Lo strato di ventilazione, infatti, apporta notevoli vantaggi energetici: 
 
nel periodo estivo è garantita una ventilazione continua della muratura esterna (grazie al moto ascensionale d’aria, attenua l’afflusso termico che tenta di penetrare all’interno dell’edificio e facilita l’evaporazione dell’acqua depositata durante la costruzione);
nei periodi più freddi si ha invece una limitata fuoriuscita termica dall’interno verso l’esterno, grazie all’assenza di ponti termici e una più repentina dispersione del vapore acqueo che si forma nei periodi invernali, mantenendo gli ambienti interni più caldi e confortevoli.

 
In conclusione, una parete ventilata deve presentare caratteristiche tali da garantire:
 
buon isolamento termico in condizioni invernali;
dissipazione di calore in condizioni estive;
aerazione dello strato isolante con asciugatura di eventuale condensa;
protezione dell’isolante.

 
Isolamento delle pareti dall’interno degli ambienti
Foderando le pareti dall’interno si ottiene l’eliminazione delle muffe, un aumento della temperatura delle pareti e un miglioramento delle loro caratteristiche acustiche. Come procedere:
 
realizzando una controparete con struttura metallica, isolante e gesso rivestito;
incollando alle pareti rotoli di polietilene espanso prerivestito di carta, poi tappezzabili;
applicando sui muri lastre di gesso rivestito preaccoppiato con isolante (polistirene, fibra di legno o fibre minerali). Le contropareti sono normalmente munite di barriera al vapore all’interno (questo tipo di isolamento consente di ottenere un ambiente che, in fase di avvio dell’impianto di riscaldamento, si riscalda rapidamente poichè viene scaldata solo l’aria e non la struttura muraria. È sicuramente la soluzione migliore per edifici ad uso discontinuo.

 
Isolamento delle pareti dall’esterno
Isolando le pareti dall’esterno (isolamento a cappotto) si ottiene l’eliminazione di tutti i punti freddi e aumenta la capacità di accumulo termico dell’edificio. I muri si scaldano, accumulano calore e poi lo restituiscono all’ambiente quando viene spento l’impianto. L’isolante viene incollato al muro esterno e rivestito con apposite malte traspiranti armate con rete di vetro.
 
Gli infissi e i ponti termici
 
Come riscontrato nella relazione tecnica, anche gli infissi, presentando ponti termici con la facciata esterna, sono mezzi di trasmissione per l’umidità e ne è la prova la presenza di muffa nei box per le tapparelle. Oltre ai classici interventi di isolamento delle pareti esterne, così come descritto in precedenza, e in corrispondenza appunto degli avvolgibili e delle finestrature in generale, è possibile intervenire anche sulle finestre. Di solito queste sono la causa principale delle dispersioni di calore in un’abitazione. La loro coibentazione è un intervento molto conveniente. Se il vetro è singolo è opportuno installare un doppio vetro: si dimezzano le perdite di calore. Per ottenere prestazioni ancora migliori, esistono speciali vetri basso-emissivi. Se il serramento non lo può sostenere perché datato e necessita di continua manutenzione o non chiude ermeticamente, è molto conveniente sostituirlo: esistono serramenti in PVC o in alluminio con taglio termico duraturi e molto efficaci. 
 
Fonte : CondominioWeb.com

Nessun commento:

Posta un commento