Confedilizia chiede di rinviare al 2015 gli obblighi relativi alla messa a disposizione e consegna del nuovo attestato di prestazione energetica.
Confedilizia calcola che il costo per i proprietari sia complessivamente di almeno 3 miliardi.
Iniziato ieri in Senato – presso le Commissioni riunite sesta (Finanze e Tesoro) e decima (Industria, commercio, turismo) – l’esame degli emendamenti al decreto-legge n. 63 in materia di energia. Provvedimento che dispone fra l’altro – su imposizione dell’Unione europea – che, in occasione di trattative per la compravendita o la locazione di unità immobiliari, debba essere reso disponibile per il potenziale acquirente o per il nuovo locatario l’Attestato di prestazione energetica istituito dal nuovo provvedimento, attestato che dovrà essere consegnato alla conclusione delle trattative stesse.
Al proposito, la Confedilizia segnala che la stessa Direttiva Ue di cui il decreto-legge n. 63 costituisce atto di recepimento, prevede che gli Stati membri possano rinviare fino al 31 dicembre 2015 l’applicazione delle disposizioni che riguardano gli obblighi relativi alla messa a disposizione e consegna del nuovo Attestato di prestazione energetica in caso di locazione di singole unità immobiliari.
Al proposito, il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha così dichiarato: “Auspichiamo che il Parlamento stabilisca – in sede di conversione in legge del decreto energia – il rinvio al 2015 dell’applicazione delle norme concernenti la messa a disposizione e consegna dell’Attestato di prestazione energetica in caso di locazione di singole unità immobiliari. Si tratta di obblighi che costerebbero ai proprietari-locatori, per oneri ai professionisti, almeno tre miliardi di euro. Sfruttare la facoltà del rinvio concessa dalla stessa direttiva Ue si rivelerebbe essenziale per scongiurare un nuovo effetto devastante nei confronti di un comparto – quello dell’affitto – la cui situazione di forte depressione necessiterebbe invece di segnali di fiducia da parte del Parlamento e del Governo. In un momento in cui la locazione ha perso qualsiasi redditività e la tendenza ormai consolidata è quella ad un esteso abbandono dell’investimento in immobili da locare, qualsiasi intervento normativo che imponga nuovi oneri, burocratici e di spesa, è tale – conclude il Presidente della Confedilizia – da ulteriormente allontanare da questa attività gran parte dei potenziali locatori. Con le conseguenze di ordine sociale che è facile immaginare”.
Confedilizia calcola che il costo per i proprietari sia complessivamente di almeno 3 miliardi.
Iniziato ieri in Senato – presso le Commissioni riunite sesta (Finanze e Tesoro) e decima (Industria, commercio, turismo) – l’esame degli emendamenti al decreto-legge n. 63 in materia di energia. Provvedimento che dispone fra l’altro – su imposizione dell’Unione europea – che, in occasione di trattative per la compravendita o la locazione di unità immobiliari, debba essere reso disponibile per il potenziale acquirente o per il nuovo locatario l’Attestato di prestazione energetica istituito dal nuovo provvedimento, attestato che dovrà essere consegnato alla conclusione delle trattative stesse.
Al proposito, la Confedilizia segnala che la stessa Direttiva Ue di cui il decreto-legge n. 63 costituisce atto di recepimento, prevede che gli Stati membri possano rinviare fino al 31 dicembre 2015 l’applicazione delle disposizioni che riguardano gli obblighi relativi alla messa a disposizione e consegna del nuovo Attestato di prestazione energetica in caso di locazione di singole unità immobiliari.
Al proposito, il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha così dichiarato: “Auspichiamo che il Parlamento stabilisca – in sede di conversione in legge del decreto energia – il rinvio al 2015 dell’applicazione delle norme concernenti la messa a disposizione e consegna dell’Attestato di prestazione energetica in caso di locazione di singole unità immobiliari. Si tratta di obblighi che costerebbero ai proprietari-locatori, per oneri ai professionisti, almeno tre miliardi di euro. Sfruttare la facoltà del rinvio concessa dalla stessa direttiva Ue si rivelerebbe essenziale per scongiurare un nuovo effetto devastante nei confronti di un comparto – quello dell’affitto – la cui situazione di forte depressione necessiterebbe invece di segnali di fiducia da parte del Parlamento e del Governo. In un momento in cui la locazione ha perso qualsiasi redditività e la tendenza ormai consolidata è quella ad un esteso abbandono dell’investimento in immobili da locare, qualsiasi intervento normativo che imponga nuovi oneri, burocratici e di spesa, è tale – conclude il Presidente della Confedilizia – da ulteriormente allontanare da questa attività gran parte dei potenziali locatori. Con le conseguenze di ordine sociale che è facile immaginare”.
a cura di Anna Carbone
Fonte : Attico.it
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