Gli sfratti cambiano. Archiviato nei fatti il problema di quelli per finita locazione, dato che i proprietari fanno a gara per tenersi stretti gli inquilini che pagano regolarmente, ormai si tratta al 90% di sgfratti per morosità. La crisi ha spinto a tagliare le spese e alcuni condiuttori fanno il conto che per almeno un anno (e spesso due) potranno restare in casa sanza pagare, contando sulla lentezza della procedura.
Ma ora la legge prende le loro difese (almeno di chi non ce la fa per ragioni oggettive): oltre al principio degli degli sfratti per "morosità incolpevole" (che danno accesso a speciali fondi regionali) nella conversione in legge del decreto legge 102/2013 l'articolo 6, come modificato nel passaggio parlamentare dei giorni scorsi alla Camera dei Deputati, all'ultimo periodo del comma 5 prevede ora che «le prefetture-uffici territoriali del Governo adottano misure di graduazione programmata dell'intervento della forza pubblica nell'esecuzione dei provvedimenti di sfratto».
Il potere conferito alle prefetture è quindi diverso da quello che avevano ai tempi delle "commissioni graduazione sfratti", dove erano rappresentati sia gli inquilini che i proprietari, mentre ora manca la definizione di alcun criterio e limite temporale. Non solo: le commissioni erano state cancellate proprio per restituire ai giudici ilpotere effettivo di pronunciare la convalida dello sfratto e permettere al proprietario di ottenerene l'eseciuzione con la forza pubblica.
«La norma - segnala Paolo Giuggioli, presidente onorario dell'Uppi (Unione dei piccoli proprietari) - rappresenta una palese ingerenza sulle decisioni dei giudici in materia di sfratto e una altrettanto evidente compressione del diritto di proprietà, i cui titolari, oltre a subire le già lunghe attese prima di poter ottenere il rilascio degli immobili locati, saranno costretti a sobbarcarsi anche i relativi oneri senza l'introito del compenso per la locazione in corso».
Va anche sottolienato che alle realtà esistenti nella provincia italiana rispetto a quella dei grandi centri urbani, non servono provvedimenti di questo tipo, soprattutto per la sostanziale inutilità nelle città ove le abitazioni sono disponibili e i canoni già da anni si sono ridotti. «L'avere introdotto poi - aggiunge Gabriele Bruyere, presidente nazionale Uppi - il concetto della morosità incolpevole costituisce una violazione ai più elementari e basilari principi di diritto, giustizia ed equità. Cosa sarà questa morosità incolpevole, chi la valuterà, come verrà applicata?».
Va anche sottolienato che alle realtà esistenti nella provincia italiana rispetto a quella dei grandi centri urbani, non servono provvedimenti di questo tipo, soprattutto per la sostanziale inutilità nelle città ove le abitazioni sono disponibili e i canoni già da anni si sono ridotti. «L'avere introdotto poi - aggiunge Gabriele Bruyere, presidente nazionale Uppi - il concetto della morosità incolpevole costituisce una violazione ai più elementari e basilari principi di diritto, giustizia ed equità. Cosa sarà questa morosità incolpevole, chi la valuterà, come verrà applicata?».
Fonte : Casa24Plus
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