venerdì 25 ottobre 2013

GLI AUMENTI PREDETERMINATI E L'AGGIORNAMENTO ISTAT

GLI AUMENTI PREDETERMINATI E L'AGGIORNAMENTO ISTAT

Sono conduttore di un appartamento arredato, con contratto di 4 anni più 4. Alla stipula, per necessità, ho sottoscritto la clausola, pretesa dal proprietario, dell'incremento del canone per ogni anno successivo, a far data dal secondo. Il proprietario ha successivamente scelto la cedolare secca. Poichè mi risulta che, in cambio, il locatore si impegna a non aumentare il canone e anon applicare l'aggiornamento Istat per l'intera durata del contratto, posso pretendere di pagare il canone iniziale, senza aumenti, considerando inesistente la calusola apposta? C'è giurisprudenza o altro utile al riguardo?
L'articolo 3, comma 11, del Dlgs 23 del 2011 stabilisce che «nel caso in cui il locatore opti per l'applicazione della cedolare secca è sospesa, per un periodo corrispondente alla durata dell'opzione, la facoltà di chiedere l'aggiornamento del canone, anche se prevista nel contratto a qualsiasi titolo, inclusa la variazione accertata dall'Istat dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati verificatasi nell'anno precedente. L'opzione non ha effetto se di essa il locatore non ha dato preventiva comunicazione al conduttore con lettera raccomandata, con la quale rinuncia ad esercitare la facoltà di chiedere l'aggiornamento del canone a qualsiasi titolo. Le disposizioni di cui al presente comma sono inderogabili». Non si conoscono, allo Stato, pronunce in merito. L'aggiornamento del canone si limita a mantenere costante nel tempo il corrispettivo pattuito adeguandolo all'incremento del costo della vita, mentre l'aumento del canone è predeterminato dalle parti e non ha aggancio con il costo della vita. Una interpretazione letterale del testo lascia ritenere che gli aumenti di canone predeterminati in sede di stipula del contratto siano quindi consentiti, ma la questione rimane aperta.
Fonte Casa24Plus

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